L'arbitro ci aveva appena comunicato che la partita era terminata. “Ultima azione” disse.
Il punteggio era fisso già da alcuni minuti sul 19 a 15 per la squadra di casa.
Prima di battere la punizione sui 22 metri, ci siamo guardati tutti negli occhi. Nessuno stava pensando che ogni palla sbagliata sarebbe stata l'ultima, che gli avanti fatti finora avessero condizionato l'azione e neanche che l'arbitro ci avesse potuto mettere ancora una volta in difficoltà. Nessuno.
La meta era molto lontana. Circa 80 metri ci separavano da un'impresa difficile, in un momento difficile, tutt
i contro, arbitraggio compreso, e per di più anche in 14.
Otto. Otto è il numero delle fasi consecutive con cui tutta la squadra ha deciso di far vedere soprattutto a se stessa, dell'orgoglio e della caparbietà di cui è capace.
Otto lunghissime ruck, che hanno portato a segnare una meta tanto agognata, meritata, ma soprattutto sudata.
E' la meta di tutti, degli avanti, dei trequarti, del mister, di chi stava in panchina e di chi ci guardava da fuori.
Lo sfogo della rabbia e della gioia, misto a pianto e sorrisi.
Le maglie pesanti di fango e il cuore pieno d'orgoglio.
di Fabio Mezzetti