A Natale meglio non mangiare il salmone: il motivo è serio (e preoccupante)

A Natale meglio non mangiare il salmone: il motivo è serio (e preoccupante). Evitiamo di consumare alcuni prodotti a rischio in queste festività, e andiamo a scoprire il perché.

Sono milioni gli italiani che già in questi giorni sono alle prese con i preparativi delle feste di Natale, tra regali e soprattutto spesa per cenoni vari. Si partirà dalla Vigilia, con già tanti alimenti nel carrello al supermercato per dare il via al periodo più bello dell’anno tra famiglia ed amici. Ma proprio in questo periodo dell’anno bisogna sapere che ci sono dei prodotti che è meglio evitare.

Evitare il salmone a Natale
Perché è meglio evitare il salmone a Natale (TivoliRugby.it)

E tra questi c’è sicuramente il salmone. Infatti sappiamo bene che tra i cibi più amati e immancabili nelle festività, il salmone occupa un posto d’onore. La sua carne morbida e il sapore delicato lo rendono una scelta ideale per antipasti raffinati e piatti principali. Ma dietro questa apparente perfezione si nascondono problematiche ambientali, etiche e sanitarie che meritano attenzione.

Le criticità del salmone a tavola

Gli allevamenti intensivi di salmone, ad esempio, generano quantità impressionanti di rifiuti organici e inorganici che danneggiano gravemente i fondali marini. Gli escrementi, i residui di mangime e altri materiali di scarto creano habitat insalubri dove proliferano agenti patogeni.

In molti allevamenti, i pesci vivono in spazi sovraffollati, una situazione che provoca stress e li rende vulnerabili a malattie e infestazioni di parassiti come i pidocchi di mare. Questi problemi sono particolarmente evidenti negli allevamenti scozzesi, dove recenti indagini hanno documentato salmoni morti che galleggiano in superficie a causa delle pessime condizioni di vita.

evitare il salmone a Natale: perché fa male
Evitare il salmone di allevamento a Natale (TivoliRugby.it)

Scene inquietanti che gettano una luce sinistra su un settore che spesso antepone il profitto alla sostenibilità. Non meno preoccupanti sono le questioni legate alla qualità del salmone che arriva sulle nostre tavole. I mangimi utilizzati negli allevamenti possono contenere sostanze tossiche come diossine e PCB, che si accumulano nella carne dei pesci.

Un alimento contaminato che può minacciare la nostra salute

Questi contaminanti rappresentano un rischio soprattutto per le donne in gravidanza, poiché possono influire negativamente sullo sviluppo del sistema nervoso del feto. Inoltre, il salmone allevato deve il suo colore rosa non a una dieta naturale a base di krill e gamberetti, ma all’uso di pigmenti artificiali come l’astaxantina, che solleva interrogativi etici e sanitari.

Gli effetti negativi degli allevamenti di salmone non si limitano ai pesci stessi. Le reti di contenimento spesso intrappolano foche e leoni marini, compromettendo l’equilibrio delle specie marine. Anche la produzione di mangimi è altamente inefficiente: per produrre un chilo di salmone d’allevamento si utilizzano dai tre ai cinque chili di pesce selvatico, un dato che sottolinea l’impatto devastante sulle risorse oceaniche.

Evitare il salmone di allevamento a Natale
A Natale meglio il salmone selvatico che quello di allevamento (TivoliRugby.it)

Questa pratica contribuisce al sovrasfruttamento dei mari, mettendo in pericolo l’intera catena alimentare marina. Per chi non vuole rinunciare al salmone, è fondamentale orientarsi verso prodotti più etici. Il salmone selvaggio dell’Alaska, ad esempio, è considerato una scelta più sostenibile e di maggiore qualità. Test recenti hanno evidenziato che questo tipo di salmone è nutrizionalmente superiore rispetto a quello allevato e offre anche maggiore freschezza (anche qui vi abbiamo parlato di alcuni rischi alimentari).

Attenzione alle quantità che si acquistano

Oltre alla scelta del cibo, è essenziale gestire con attenzione le quantità che acquistiamo. Le feste spesso portano con sé porzioni abbondanti e cibi avanzati che rischiano di finire nei rifiuti. Questi sprechi non solo rappresentano una perdita economica, ma hanno anche un impatto ambientale significativo. Recuperare e riutilizzare gli avanzi, magari attraverso ricette creative, è un modo per rendere la nostra tavola più sostenibile.

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