A seguito di un incidente stradale, quest’uomo ha vissuto per ben 13 anni con un lombocele complesso. L’intestino nel gluteo è stato oggetto di un’operazione portata avanti con tre tecniche innovative contemporanee: è stato un punto di svolta per l’ospedale di Napoli.
Michele ha aspettato oltre 13 anni per poter riavere una vita normale. Una lunga attesa, segnata da dolore e difficoltà, iniziata con un incidente che ha cambiato per sempre la sua esistenza. Aveva 34 anni quando un grave schianto gli provocò un politrauma così complesso da lasciare segni indelebili sul suo corpo. Quei momenti drammatici gli causarono una lacerazione dei muscoli addominali, portando a un problema che sembrava senza rimedio: un lombocele complesso, una patologia in cui l’intestino si era spostato fuori dall’addome, scivolando verso il gluteo e la gamba sinistra.
Le operazioni chirurgiche a cui si sottopose nei primi anni non bastarono. Michele continuava a convivere con una condizione che non solo limitava il suo corpo, ma minava anche la sua speranza. Le risposte dei medici erano sempre le stesse: inoperabilità. Persino i migliori specialisti consultati in diverse regioni d’Italia non vedevano una soluzione. Dopo ogni consulto, la situazione appariva ancora più insormontabile, spingendolo verso una rassegnazione dolorosa. Ma quando tutto sembrava perduto, una nuova possibilità si aprì all’orizzonte. Michele decise di rivolgersi all’ospedale Monaldi di Napoli, una struttura riconosciuta a livello nazionale per la gestione di casi complessi e per l’utilizzo di tecniche chirurgiche all’avanguardia.
Intestino in un gluteo, lo straordinario risvolto a Napoli
All’arrivo al Monaldi, il quadro clinico di Michele si presentava nella sua drammaticità. Gli esami diagnostici, tra cui una TAC dettagliata, rivelarono un dato sconvolgente: la cavità addominale era completamente vuota, privata delle viscere che avevano ormai trovato una collocazione anomala al di fuori del loro spazio naturale. Una situazione che avrebbe scoraggiato molti, ma non l’equipe guidata dal professor Diego Cuccurullo, direttore dell’Unità di Chirurgia generale.
Il team, dopo un’attenta valutazione, decise di tentare un approccio mai adottato prima. Fu ideato un intervento che combinava tre tecniche chirurgiche innovative, una fusione di procedure pensata per affrontare un caso eccezionalmente complesso.
La prima fase dell’operazione prevedeva l’utilizzo della hug technique, una metodologia pensata per riportare progressivamente gli organi interni nella loro posizione naturale. Una volta riposizionati gli organi, è stato necessario lavorare sulla ricostruzione delle fasce addominali, utilizzando un dispositivo speciale capace di tirare, stringere e allungare i tessuti danneggiati. Per completare l’intervento, l’equipe ha impiegato la tecnica di Madrid, una procedura avanzata che prevede l’inserimento di una protesi straordinariamente grande, quasi un metro quadro di dimensione.
Operazione all’avanguardia: Michele ricomincia una nuova vita
L’intervento, durato diverse ore, ha segnato un punto di svolta per Michele. La procedura è stata un successo completo, restituendogli una struttura addominale funzionale e permettendogli di essere dimesso dall’ospedale in condizioni eccellenti. Dopo anni di limitazioni, Michele può finalmente guardare al futuro senza il peso della sua condizione.